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Cosa ha causato oltre 300 casi di epatite acuta a eziologia sconosciuta in più di 20 paesi e regioni del mondo? Le ultime ricerche dimostrano che potrebbe essere correlata al superantigene causato dal nuovo coronavirus. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sull'autorevole rivista accademica internazionale "The Lancet Gastroenterology & Hepatology".

Gli studi sopra menzionati hanno dimostrato che i bambini infettati dal nuovo coronavirus possono portare alla formazione di serbatoi virali nell'organismo. Nello specifico, la presenza persistente del nuovo coronavirus nel tratto gastrointestinale dei bambini può portare al rilascio ripetuto di proteine ​​virali nelle cellule epiteliali intestinali, con conseguente attivazione immunitaria. Questa ripetuta attivazione immunitaria potrebbe essere mediata da un motivo superantigenico nella proteina spike del nuovo coronavirus, che è simile all'enterotossina stafilococcica B e innesca un'attivazione ampia e aspecifica delle cellule T. Questa attivazione delle cellule immunitarie mediata dal superantigene è stata implicata nella sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (MIS-C).

Il cosiddetto superantigene (SAg) è un tipo di sostanza in grado di attivare un gran numero di cloni di cellule T e generare una forte risposta immunitaria con una concentrazione molto bassa (≤10-9 M). La sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini ha iniziato a ricevere ampia attenzione già nell'aprile 2020. A quel tempo, il mondo era appena entrato nella pandemia del nuovo coronavirus e molti paesi avevano segnalato una "strana malattia infantile", strettamente correlata all'infezione da virus del nuovo coronavirus. La maggior parte dei pazienti manifesta sintomi come febbre, eruzione cutanea, vomito, linfonodi del collo ingrossati, labbra screpolate e diarrea, simili a quelli della malattia di Kawasaki, nota anche come malattia simil-Kawasaki. La sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini si verifica principalmente 2-6 settimane dopo la nuova infezione del coronavirus e l'età di insorgenza nei bambini è concentrata tra i 3 e i 10 anni. La sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini è diversa dalla malattia di Kawasaki ed è più grave nei bambini sierosorvegliati positivi per COVID-19.

I ricercatori hanno analizzato la possibilità che la recente epatite acuta di origine sconosciuta nei bambini sia stata infettata prima dal nuovo coronavirus, mentre i bambini sono stati infettati dall'adenovirus dopo che il serbatoio del virus è comparso nell'intestino.

intestino

I ricercatori riportano una situazione simile negli esperimenti sui topi: l'infezione da adenovirus scatena uno shock tossico mediato dall'enterotossina B stafilococcica, che porta a insufficienza epatica e morte nei topi. Sulla base della situazione attuale, si raccomanda la sorveglianza continua per il COVID-19 nelle feci dei bambini con epatite acuta. Se si riscontrano prove di attivazione immunitaria mediata dal superantigene SARS-CoV-2, nei bambini con epatite acuta grave si dovrebbe prendere in considerazione la terapia immunomodulatoria.


Data di pubblicazione: 21 maggio 2022